Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
“Scusi sa per caso quanto dura?” domando al signore che è seduto accanto a me in platea. “Non saprei dirle, minimo sei ore”, mi risponde.
Certo, perché quando si ha a che fare con una assemblea di condominio si sa quando comincia ma non si sa mai quando finisce. Specialmente se hai a che fare col tuo vicino di pianerottolo col quale manco ti saluti. E con la signora del piano di sopra che permette al suo cane di fare i suoi bisogni giù per la tromba delle scale. E col signore che abita al secondo piano di cui non ricordi neanche il nome. Per non parlare dei cinesi che, col ristorante al piano terra, infestano il cortile con odori di fritto e scarico. continua a leggere
Accedi o Registrati per commentare l'articolo
Sondare gli abissi della propria psiche non è cosa semplice, né dare la giusta interpretazione ai propri stati emotivi.
Con Tommaso, secondo film alla regia di Kim Rossi Stuart dopo l’esordio di Anche libero va bene nelle sale dall’8 settembre, l’attore romano affronta temi molto vicini all’uomo, ponendo in essere situazioni molto comuni al genere umano (e non) in cui spesso si fa fatica a riconoscersi e approcciarsi.
Tommaso fa l’attore (a tempo perso) ed è un aspirante regista. Sogna di mettere in scena un film onirico dove a far da sfondo sono donne nude, la figura di un padre e di un bambino. Questi tre elementi, in realtà, sono quelli che costituiscono la trama di Tommaso (interpretato da Rossi Stuart). continua a leggere
Accedi o Registrati per commentare l'articolo
Si tradisce per noia, per assaporare il gusto del proibito, per frustrazione. Eppure “è così banale, lo trovo decisamente fuori luogo oltreché scontato” dice Robert a Emma, due dei tre protagonisti di Tradimenti, capolavoro di Harold Pinter, in scena al teatro Eliseo per la regia di Michele Placido con Ambra Angiolini, Franscesco Biscione e Francesco Scianna.
Chi sono Robert (Biscione), Emma (Angiolini) e Jerry (Scianna)? La storia si dipana a ritroso, inizia nel 1977 e finisce nel 1968. continua a leggere
Accedi o Registrati per commentare l'articolo
Avere un figlio è un atto d’amore oppure un atto di egoismo? Se un figlio è il prodotto di due corpi uniti da un unico sentimento che si è spinti a manifestare e a offrire nei confronti di un’altra persona allora rientriamo nella prima accezione, altrimenti è solo un atto fine a se stesso, vuoto, spento, che non porta da nessuna parte. Sterile.
Un cinese ha detto che esistono tre modi per ottenere l’immortalità, nell’ordine: avere un figlio, piantare un albero e scrivere un libro. Sempre più di frequente si ricorre alla chirurgia estetica, anch’essa un atto finalizzato esclusivamente per il piacere del proprio ego e che – apparentemente – permette di rincorrere l’immortalità. continua a leggere
Accedi o Registrati per commentare l'articolo
Accedi o Registrati per commentare l'articolo
Accedi o Registrati per commentare l'articolo