Charlie Brown
"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)
Magari un giorno in un libro, tra gli spazi bianchi e le parole, ci incontreremo.
(Charlie)
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Verde o rosso non ha importanza, se non arriva nessuno tu passa.
(Charlie)
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- Buongiorno. Cognome?
- Maina.
- Nome?
- Gioia.
- Le faremo sapere, grazie.
Mai ‘na gioia.
Titoli di coda: “A Natale mai senza Maina”.
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Quando ti ho preso le mani
ho capito
come sei giovane.
Le mie dita sono sottili:
si plasmano alle cose
e a lungo ne conservano
l’impronta –
per uno spino sanguinano,
per una piuma tremano
di dolcezza.
Le mie mani son così pallide:
attraversate dalla vita
in ogni senso – come
da lunghe vene
azzurre.
Forse la loro pace
è fra i tenui riccioli
di un bimbo.
Le tue dita sono rudi:
afferrano le cose
per esserne padrone,
non si scalfiscono a nessuna
pietra.
Mani di colore vivo,
che hanno toccato solo
quel che hanno scelto –
mani che sanno scavare
nella ghiaia dei fiumi,
nel fango delle grotte,
per estrarne tesori.
Non tu,
ma le tue mani giovani
dicono alle mie mani,
a me: Come siete
vecchie.
(Antonia Pozzi, Desiderio di cose leggere Salani Editore 2018)
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Non ricordo quando è stato
la prima volta che ti ho incontrato.
Ma ricordo i tuoi occhi
muti
fissi davanti a uno specchio
che non conoscevano parole,
ma solo numeri
e un numero ero
nei tuoi occhi di cielo.
Volevo farti ridere
per il gusto di veder spalancati i tuoi orizzonti sul mondo
due giorni
due ore sole avevo
per poterti abbracciare con gli occhi.
Non sapevo chi eri
cosa facevi durante il giorno
avevi una croce sul collo
ti guardavo e pensavo:
“Questo ragazzo ha un cuore d’oro”
ma non sorride mai;
recitavi il ruolo da adulto
ma non ti stava mica bene sai,
come un vestito da sposo troppo lungo e sformato sulle spalle,
provavo a farti ridere
ma sulla tua bocca neanche la bozza di una risata.
E poi eccola, eccola lì
la virgola che si disegnò all’improvviso sulle labbra
neanche il tempo di accorgermi quanto fosse bella
ché il cielo mi fece scoprire stolta e inadeguata.
Per la prima volta ridesti
e io confusa trovai sollievo e imbarazzo
perché certo e scanzonato pensasti
“Questa è pazza!”.
Non ricordo quando stringesti le mie mani fredde
dita che si posavano nei palmi delle tue mani
fragili e pallide
annusavano il profumo della tua carne
scavavano nei solchi delle linee per rubare colore
e un istante della tua vita.
Un giorno
un’ora sola avevo
per farti sorridere
per vederti ridere.
Chissà se hai mai capito quanto amore nascondevo in quel gesto
un presente restituito al mittente
colmo di scherno.
(Charlie)
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