Charlie Brown

"Solo gli imbecilli non hanno dubbi"
"Ne sei sicuro ?"
"Non ho alcun dubbio!"
(Luciano De Crescenzo)


Il fu Mattia Pascal e il flop dell'introspezione



Tra Il fu Mattia Pascal e altri lavori teatrali che lo hanno preceduto adattati da Daniele Pecci la prima cosa che salta all’occhio dello spettatore è la “staticità” della vicenda che vien resa ancora più greve da una scenografia che resta anch’essa immutata per gran parte del tempo. 

La storia comincia dalla fine. È lo stesso Mattia Pascal (Daniele Pecci) a raccontarla. Lo ritroviamo in una biblioteca di un vecchio convento sconsacrato insieme a Don Eligio (Rosario Coppolino) al quale racconta chi egli era e quel che era la sua vita e di quello che gli resta ormai della sua identità.

La scena è allestita con scaffali in legno scuro (costituiti da pannelli scorrevoli che simulano il cambio di scena e di ambientazione) colmi di libri; al centro un tavolo, anch’esso in legno, e due sedie. La cupezza, data dal colore del mobilio, indica che quel che verrà narrato di lì a poco non reca con sé i toni di una felice vicenda ma, al contrario, segnerà le sfumature grigie e drammatiche che ne caratterizzeranno l’epilogo. continua a leggere


Autrice : Carla Iannacone | Categoria : Recensioni